lunedì 30 luglio 2007

Cari lettori

Dove sarà Federico? In qualche città europea a godersi sconfinati tramonti nordici? Su qualche spiaggia mediterranea mentre legge l'ultimo numero di Science? Nelle terre friulane dei suoi antenati, intento a contemplare la Trieste di Svevo e le rovine romane di Aquileia? O, più probabilmente, sul suo divano a grattarsi la pancia? Sta di fatto che per un po' aggiornerà il suo blog piuttosto di rado e/o con materiale riciclato. Ah, sarò probabilmente a Casoni in provincia di La Spezia per il festival Sonica - forse l'unico festival che è l'anagramma del posto che lo ospita. Baci a tutti.

giovedì 26 luglio 2007

Non ho voglia di cercarla tutte le volte

Metto qui il sonetto XXXV dal "Canzoniere" di Petrarca, una delle mie poesie preferite:

XXXV Solo et pensoso i più deserti campi

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.

******* is burning

Ero già abbastanza amareggiato, nelle ultime settimane, per via di un anonimo e intellettualmente nullo essere di mia conoscenza che sta avanzando a passi da gigante nel mondo della carta stampata, grazie a non so quali appoggi (fornisco link privatamente a chi pensa che quanto dico sia dettato dall'invidia).
Ieri però la mia situazione è peggiorata, perché ho conosciuto un po' meglio un altro personaggio e ne ho capito meglio la mediocrità umana, l'immenso talento nella promozione di se stesso, la faccia, la voce e la forma mentis da salotto, concludendo che ha tutti i numeri per piacere alla gente che piace e che quindi andrà lontano. Falso accento, la più scontata cultura mainstream che fa finta d'essere alternativa, rivestita di un pallido libertinismo ansiosamente eterosessuale/omofobo per épater ma non troppo, passatempi da alta borghesia e cuore a sinistra, dvd di Sabina Guzzanti sul comodino, una spolveratina di filosofia da usarsi solo con chi non ne sa assolutamente niente, velleità da talent-scout perché invitare un poeta dà tono alla serata, il nostro veleggia sulla superficialità e ripete gesti di memoria bohémien, deliba vini e libri con la stessa sete di sapere Assoluto, fermamente convinto di essere il protagonista della più profonda e stimolante avventura che sia dato di vivere.
Forse mi è uscita troppo cattiva, non ce l'ho in particolare con questa persona, è il sospetto che la classe dirigente in Italia sia (sarà) questa, piena di accademia e vuota di ogni altra cosa, e che l'unico modo per non imbattervisi sia di rinunciare a farne parte, che mi sconforta.

mercoledì 25 luglio 2007

E' una mia impressione

o l'Italia, e certe parti d'Italia in modo particolare, è l'unico Paese sviluppato in cui in occasione di ogni terremoto, alluvione, incendio, frana la prima cosa che si vede quando arrivano i soccorritori è la folla che li insulta?

domenica 22 luglio 2007

Estintori ed estinti

In questi giorni nessuno si è dimenticato, volente o nolente, dell'anniversario della morte di Carlo Giuliani, caduto nell'epico atto del lancio dell'estintore. In molti meno invece hanno ricordato Indro Montanelli, scomparso negli stessi giorni del 2001 e accompagnato in fretta all'oblio dall'unanime peloso encomio di un Paese di faziosi che lo veneravano quanto attaccava la fazione opposta (perché oltretutto come attaccante era un bel bomber) ma ci restavano male quando si accorgevano che non faceva parte della loro. Sul Corriere di oggi c'è un suo carinissimo racconto, a ricordare il grande scrittore, la cosa forse meno controversa che di lui si possa dire. Poi mi è piaciuto molto il libro di Gerbi e Liucci, "Lo stregone", che ne ripercorre la storia fino al 1957 e promette un seguito. E' ben scritto, per nulla agiografico e lascia capire l'importanza del personaggio dal bel po' di storia italiana che deve tirare in ballo per raccontarlo.

venerdì 20 luglio 2007

Rat-busters

"Behind every great city there is, or perhaps ought to be, an obsessive, fearsome rat catcher, toiling silently so that bankers can bank, film stars film and vendors vend."

Inquietante articolo del New York Times sulla guerra dei topi a Bombay, in cui forse la cosa più sorprendente è scoprire che il boom economico dell'India ha di fatto aggravato la situazione offrendo posti in società di software a strateghi cervelloni che una volta avrebbero fatto gli acchiappatopi.

giovedì 19 luglio 2007

Post umorale

Diceva Groucho Marx che non avrebbe mai voluto far parte di un club che contasse fra i suoi membri uno come lui. Io, meno umilmente, non vorrei mai far parte di un club che contasse fra i suoi membri uno come Severgnini, e c'è di bello che sarò probabilmente accontentato.

mercoledì 18 luglio 2007

Baciamo le mani

Ieri il nostro ministro degli Esteri, persona che, Dio mi perdoni, un tempo stimavo, ha aderito alla teoria del pizzo internazionale, quella per cui se non vogliamo che quelli di Hamas facciano i terroristi bisogna trattare e dialogare (e, suppongo, erogare corposi finanziamenti).

Le domande di Emma

"E' mai possibile che i pompieri si usurino a 57 anni solo in Italia?"

martedì 17 luglio 2007

Bright Eyes a Torino

Ieri sera, in un campetto di un parco torinese circonfuso di zanzare, allo Spaziale Festival, quasi finito per quest'anno. Prima la presentazione di Cassadaga, l'ultimo album, l'opera meno scalmanata, poi strepitose esecuzioni di "The Calendar Hung Itself", "First Day Of My Life", "At The Bottom Of Everything"...show fantastico, la voce di Conor da brividi, di fronte a poco più di un centinaio di persone, tra cui qualche sparuto gruppo di emos italici, loro che in America riempono interi music halls. Grandissimi. Ieri sera forse ho capito un po' meglio cos'è la musica indie.

lunedì 16 luglio 2007

venerdì 13 luglio 2007

Geni dell'economia all'opera

Sta girando questa email, dopo me ne aspetto un'altra che propone di superare il deficit stampando qualche tonnellata di banconote e di abbassare la disoccupazione diminuendo gli orari di lavoro così si può assumere più gente.


Benzina a metà prezzo? Diamoci da fare...
> Siamo venuti a sapere di un'azione comune per ?esercitare il nostro potere
> nei confronti delle ?compagnie petrolifere. Si sente dire che la benzina
> aumenterà ancora fino a 1.50 Euro al litro.
> UNITI possiamo far abbassare il prezzo muovendoci insieme, in modo
> intelligente e solidale.
> Ecco come....
> La parola d'ordine è "colpire il portafoglio delle ?compagnie senza
> lederci da soli".
> Posta l'idea che non comprare la benzina in un determinato giorno ha fatto
> ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi,si tratta solo di un
> pieno differito,perché alla fine ne ?abbiamo bisogno!), c'è un sistema che
> invece li farà ?ridere pochissimo, purché si agisca in tanti.
> Petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che
> varia da 0,95 e 1 Euro al litro sia un buon prezzo, ma noi ?possiamo far
> loro scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà.
> I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende:
> bisogna usare il potere che abbiamo.
> La proposta è che da qui alla fine dell'anno non si compri più benzina
> dalle 2 più grosse compagnie, SHELL ed ESSO, che peraltro ormai formano
> un'unica ?compagnia.
> Se non venderanno più benzina (o ne venderanno molta meno), saranno
> obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie caleranno i prezzi,
> le altre dovranno per forza adeguarsi.
> Per farcela, però dobbiamo essere milioni di NON-clienti di Esso e Shell,
> in tutto il ?mondo.



...eccetera. Quindi se io voglio una Panda, ma voglio pagarla diciamo 4000 euro, potrei far girare una email incitando tutti a non comprare più la Panda, comprate la Renault, la Citroen ma non la Panda: così la Fiat abbasserà il prezzo della Panda e a quel punto anche le altre compagnie si adegueranno, e così le macchine costeranno la metà...voila! Geniale no?

A occhio e croce, l'unico risultato di questa offensiva sarebbe di diminuire la concorrenza sul mercato dei carburanti, e quindi di regalare alle compagnie non boicottate un oligopolio che consentirebbe loro di aumentare i prezzi, tanto più che escludendo le due maggiori compagnie - che saranno si presume quelle con più punti vendita - si dovrebbe inevitabilmente fare più strada e consumare di più per fare benzina.

Non succederà niente, naturalmente. Però il pensiero di qualche grullo con l'adesivo di Che Guevara sulla macchina costretto a vagare chilometri e chilometri sotto il sole cocente e a pericolose inversioni per non fare benzina alla Esso mi mette di buon umore.

giovedì 12 luglio 2007

Aggiornamento sul Global Warming

Ha nevicato a Buenos Aires, dopo 89 anni.

mercoledì 11 luglio 2007

Altro che l'isola di White

Non tutti sanno dell'isola di Sark, molti meno di quanto meriterebbe. Ricopio qualche pezzetto dell'articolo di Wikipedia:

Sark (French: Sercq; Sercquiais: Sèr) is a small feudal island in the southwestern English Channel. It is one of the Channel Islands, and is part of the Bailiwick of Guernsey. It has a population of about 600(610 as of 2002). The island is a car-free zone where the only vehicles allowed are horse-drawn vehicles, bicycles, tractors, and battery-powered buggies or motorised bicycles for elderly or disabled people.

The Seigneur of Sark is the head of the feudal government of the Isle of Sark (in the case of a woman, the title is Dame). Since 1974 John Michael Beaumont has been the twenty-second Seigneur of Sark.

The Seigneur retains the sole right on the island to keep pigeons as well as an unspayed (=non castrata) female dog[1]. He also owns all debris washed up between the high and low tide lines, although that is a right rarely enforced.[citation needed]

Sark's constitution has been democratised since the death of Sybil Hathaway, Dame of Sark, in 1974, and more power is now in the hands of the elected members of the legislature, the Chief Pleas.


Non è tutto:

Among the old laws of the Channel Islands is the old Norman custom of the Clameur de Haro, a legal device which still exists in the other Channel Islands. A person can obtain immediate cessation of any action he considers to be an infringement of his rights. At the scene he must, in front of witnesses, recite the Lord's Prayer in French and cry out "Haro, Haro, Haro! À mon aide mon Prince, on me fait tort!" ("To my aid, my Prince! Someone does me wrong!") It should then be registered with the Greffe Office within 24 hours. All actions against the person must then cease until the matter is heard by the Court. It is not frequently used; the last recorded Clameur was raised in June 1970 to prevent the construction of a garden wall.

Ma attenzione, per chi vuole visitarla, possono esserci dei rischi:

In 1991, an unemployed French nuclear physicist named André Gardes attempted a singlehanded invasion of Sark, armed with a semi-automatic weapon. He was arrested by the Island's police officer (who at the time was Little Sark farmer Philip Perree Jnr) while sitting on a bench, changing the gun's magazine (il caricatore).

martedì 10 luglio 2007

L'iPhone ovvero diversificare gli investimenti

L'iPhone, secondo me ha un difetto, insito nel suo proporsi come oggetto multifunzionale. Bisogna volersi disfare contemporaneamente di tutti gli arnesi di cui l'iPhone fa le veci, o quantomeno dei due principali, il telefono e il lettore mp3, mentre ci sarà chi ha almeno uno dei due nuovo e/o funzionante e non è così Apple-dipendente da voler buttare alle ortiche entrambi. Come telefono e basta è enorme e costa uno sproposito, come lettore e basta ha molta meno capacità di un iPod - e costa uno sproposito. Senza contare che - ma questa è una cosa personale - perdendolo, perderei tutto in una botta.

lunedì 9 luglio 2007

Tour de France nel Kent

e chi aveva gli occhi era lì a chiedersi perché l'Italia sia tanto sopravvalutata. Chilometri di campagna ondulata, verde scintillante, castelli, paesini delle favole. Una gioia per gli occhi. Non inizio neanche il paragone con i nostri immondi edifici sparsi generosamente in ogni angolo del Paese, le coste cementificate e i cupi Appennini a descrivere angusti confini. Di questi non è colpa nostra, del resto sì ma ci sono buone ragioni e bisogna sempre ricordarsi che potendo scegliere è meglio avere un panorama deturpato e gente con un tetto sulla testa. Però un po' di ritegno prima di riempirsi la bocca di Belpaese.

Roger batte Nadal, yawn

Ha continuato a palleggiare, ma Nadal al quinto ha cominciato ad aver male al ginocchio e a servire fiorellini. Comunque Federer ha servito benissimo sulle palle break contro nel quinto, e nel game in cui ha fatto il break ha giocato un paio di gran punti. Spero in un salutare ricambio all'US Open; sti due insieme giocano male, per quanto bravi siano, per quanto tutti stiano cantando le lodi della finale di ieri, per me continua a essere stata poco più che mediocre, salvata dall'incertezza dell'esito.

Sempre sulla notizia

La Repubblica titola: <<"Via subito i soldati dall'Iraq", il New York Times contro Bush>>. Sarebbe bello se a questo punto il New York Times non si lasciasse sfuggire lo scoop e desse ai suoi lettori la notizia <>, così Repubblica non potrebbe che uscire con "New York Times. "Repubblica: "New York Times contro Bush""", e via così...

domenica 8 luglio 2007

2 set pari

...come da mio pronostico. A metà del terzo mi sono addormentato, è la finale più brutta che mi ricordi. Penso che Federer si ripiglierà e vincerà il quinto. Se smette di palleggiare da fondo con uno che palleggia molto meglio di lui.

1 set pari

Federer ha fatto 16 punti a rete contro 11 di Nadal, in due set. Questa versione pallettara di Federer, oltre a non piacermi dall'inizio del torneo, non vedo che vantaggi presenti. Se scambiano dal fondo come farebbero a Parigi, i vantaggi che Federer ha si assottigliano enormemente, come si vede.

Abracadabra

Oggi Nadal porterà Federer al quinto set.

(Ieri ho capito perché ultimamente il tennis femminile mi piglia poco. E' in mano a Venus e a sua sorella Serena, che possono farsi i cacchi loro per un anno o due e poi, classificate 40 del mondo, arrivare e vincere polverizzando la numero 2, come ha fatto Venus con la Sharapova. La credibilità delle altre dopo esibizioni così ne esce molto scossa).

Prospettive

Ci sono, una di fronte all'altro, una bella villa con balaustre e stucchi e un caseggiato brutto e scrostato. Dove abitereste? Apparentemente ovvio. Però il panorama dal caseggiato è molto più bello.

Cose da inglesi

Il fatto è che gli inglesi ingannano. Gli americani (e in questo senso anche i canadesi) sono come li vedi. Ma immaginate di sedervi su un 747 in partenza da Heathrow e di avere vicino il tipico vecchio trombone anglico, magari un pezzo grosso della City con triplo mento, balbettio ereditario, e parole crociate del Times sulle ginocchia. Che non vi passi nemmeno per la testa di prendervi una confidenza. Probabilmente Mr Tèallecinque è cintura nera di judo, ma non solo, nel 1943 è stato paracadutato in Dordogna, dove ha fatto saltare un paio di ponti, ed è sopravvissuto alle galere della Gestapo concentrandosi su quella che sarebbe diventata un giorno la traduzione ufficiale inglese dell'epopea di Gilgamesh; e adesso, col sacco da viaggio di cellofan pieno di vestiti da sera "vedo-e-non-vedo" e di lingerie di sua moglie, sta andando alla convention di travestiti che si tiene ogni anno a Saskatoon.

E' un brano dell'immortale libro di Mordecai Richler, "La versione di Barney", e mi è tornato in mente leggendo questa notizia.

venerdì 6 luglio 2007

Lavori che non potrei fare

L'addetto alla sicurezza sul Centrale di Wimbledon. Deve star lì, in una posizione fantastica a due passi dal campo, e non può guardare la partita. Fosse per me, potrebbero entrare con una carriola piena di antrace.

mercoledì 4 luglio 2007

4 luglio. La bufala di Guantanamo

Dal Foglio del 18/10/2006.



Le “commissioni militari” per risolvere il problema legale
Pubblichiamo un articolo del quotidiano britannico Daily Telegraph, in cui l’autore, Con Coughlin, racconta quel che ha visto nella base americana di Guantanamo.

Sono le anime perdute della guerra contro il terrorismo. Quattro anni dopo essere stati catturati sui campi di battaglia dell’Afghanistan, le varie centinaia di combattenti talebani e di al Qaida detenuti a Guantanamo si trovano intrappolati in una “legal no-mans’s land”, in una terra di nessuno dal punto di vista legale. Nel corso di una rarissima visita che io stesso ho potuto effettuare questa settimana a Camp Delta (la rete di edifici supersorvegliati nei quali i prigionieri sono alloggiati), ho visto detenuti di età e retroterra culturali molti diversi che stanno ancora cercando di adattarsi in qualche modo al loro incoerente mondo su un’isola caraibica.
Ho incontrato un anziano capotribù pashtun, con una lunga barba bianca e immacolata e fieri occhi scuri, orgogliosamente eretto sull’attenti davanti alla sua cella. C’era un gruppo di giovani pachistani sui vent’anni che giocavano a pallone. Seduti in un angolo tranquillo, sotto un tetto di lamiera che li proteggeva dal feroce sole di mezzogiorno, ho visto un gruppo di afghani di mezz’età che pranzavano insieme e discutevano in modo molto cordiale.
Questi, secondo le autorità americane, sono alcuni dei più pericolosi uomini sulla terra (a Guantanamo non ci sono detenuti donna). Dei circa 70 mila combattenti catturati durante la guerra in Afghanistan, i 750 detenuti di Guantanamo (la base navale di 45 miglia quadrate che il governo americano ha affittato da Cuba) sono stati identificati, sulla base dei rapporti dei servizi segreti e di sicurezza, come figure di primo piano nelle reti terroristiche di al Qaida e dei talebani, che potrebbero fornire importanti informazioni sulla campagna terroristica contro l’occidente.
I detenuti provengono da 44 paesi diversi, si parlano in tutto 17 lingue differenti. Sono stati tutti catturati nel corso dell’operazione Enduring Freedom, la campagna militare guidata dall’America contro al Qaida e contro i talebani in Afghanistan. La maggior parte è di nazionalità afghana, pachistana, saudita e yemenita, ma c’è anche un australiano convertitosi all’islam radicale per entrare in guerra contro l’occidente. Degli originari 750 detenuti, 250 sono stati rilasciati. Alcuni perché le autorità americane non li ritenavano più una minaccia o in possesso di utili informazioni. Altri (come i detenuti britannici) sono ritornati nei loro paesi d’origine grazie all’intervento dei loro governi. Ma quelli che ancora rimangono si trovano davanti a un futuro incerto, in quanto le autorità americane continuano a insistere che sono troppo pericolosi per essere rilasciati o che posseggono ancora informazioni considerate di cruciale importanza per il proseguimento della guerra contro il terrorismo. Insomma, dopo quattro anni di prigionia, alcuni detenuti posseggono ancora informazioni decisive sulla rete terroristica internazionale guidata da Osama bin Laden.
“Un detenuto ci ha fornito informazioni fondamentali relative agli attentati di Londra”, ha dichiarato al Daily Telegraph un importante ufficiale americano di Guantanamo. “Persino quattro anni dopo la loro cattura possono ancora dare decisive informazioni sulla rete di al Qaida”. I militari americani temono anche che, se rilasciati, potrebbero riprendere a combattere contro le forze della coalizione. Almeno dodici dei detenuti finora rilasciati in ragione del fatto che non rappresentavano più una minaccia sono stati coinvolti in attacchi contro la coalizione, compreso un afghano al quale era stato fornito un arto artificiale durante la sua detenzione a Guantanamo.

Le foto le ha fornite Castro
Nel corso di quattro anni, la struttura detentiva di Guantanamo si è completamente trasformata rispetto alle prime inquietanti immagini dei prigionieri legati, con gli occhi coperti e vestiti con tute arancioni che venivano condotti dai soldati americani per essere interrogati. Quelle immagini erano state fornite grazie alla cortesia del leader cubano Fidel Castro, che aveva permesso a un fotografo americano di avere accesso all’estremità del confine cubano con Guantanamo allo scopo di mettere in imbarazzo i suoi nemici americani. I prigionieri non sono più detenuti in provvisorie celle di metallo all’aria aperta a Camp X-Ray, dove erano stati alloggiati i primi all’inizio del 2002. Lo stesso Camp X-Ray è stato abbandonato ed è già stato ricoperto dalla sterpaglia. Il dipartimento della Difesa americano ha speso centinaia di migliaia di dollari per trasformare quella che un tempo era una sonnecchiante e insignificante base navale in una modernissima prigione di massima sicurezza, capace di ospitare centinaia di detenuti per tutto il tempo desiderato. In molti casi, dicono i funzionari del governo americano, questo potrebbe equivalere a tutta la “durata del conflitto”, il che, tenendo conto dell’incerta natura della guerra al terrorismo, potrebbe significare decenni.
Infatti, malgrado tutte le critiche piovute su Washington per il trattamento riservato ai detenuti (o “nemici combattenti”, come il governo americano preferisce chiamarli), Guantanamo è stata istituzionalizzata, tanto che si stanno investendo molti milioni di dollari per costruire altre strutture di massima sicurezza. “In sostanza, non c’è nessun altro posto dove possiamo tenere prigioniere queste persone – dice un importante funzionario americano – E finché porranno una minaccia alla nostra sicurezza o potranno fornire informazioni importanti per prevenire altri massacri, dobbiamo avere a Guantanamo efficienti strutture di massima sicurezza per garantire una detenzione rispettosa dei diritti umani”.
Dopo essere stati sottoposti ad accurati controlli e interrogatori, i detenuti sono ora suddivisi in tre categorie, a seconda della loro disponibilità ad accettare le peculiari circostanze della loro prigionia. La maggior parte appartiene alla categoria definita dai funzionari americani con il termine di “obbedienti”: accettano le regole del centro di detenzione ed è accordato loro un trattamento simile a quello delle prigioni normali. Gli “obbedienti” sono ospitati in celle con l’aria condizionata in edifici a un solo piano appositamente costruiti nella rete in espansione dei cinque campi di prigionia costituenti Camp Delta, che ha sostituito Camp X-Ray. Ogni edificio contiene 48 celle ed è circondato da un doppio anello di filo spinato, con torrette di sorveglianza sempre operative. Ogni cella ha un gabinetto alla turca e un lavandino. I detenuti portano vestiti marrone chiaro e sono loro forniti alcuni articoli per l’igiene personale, alcuni giochi (come il backgammon e gli scacchi, che giocano urlandosi le mosse da una cella all’altra) e una copia del Corano. In ogni cella è disegnata una freccia che indica la direzione della Mecca, per eseguire le preghiere quotidiane rivolti verso la città santa del Profeta. Sono concesse due ore di esercizio fisico al giorno e la possibilità di scegliere i tre pasti da un menu che include gelato, biscotti e burro di arachidi. C’è un ospedale perfettamente equipaggiato per affrontare qualsiasi emergenza medica, e molti detenuti sono stati curati non soltanto per le ferite riportate durante la guerra in Afghanistan, ma anche per numerose altre malattie. Agli “obbedienti” che sono pronti a collaborare con i servizi segreti americani sono concessi ulteriori privilegi. Questa seconda categoria di detenuti indossa tute bianche, ha il permesso di vivere in strutture comuni, di pranzare insieme agli altri detenuti e di giocare a calcio e pallacanestro.

I “cocktail numero quattro”
La terza categoria, invece, quella dei detenuti “non-obbedienti” che rifiutano di accettare il confinamento, pone gravi problemi ai militari americani. Molti di questi detenuti sono irriducibili combattenti di al Qaida, convinti che la loro divina missione sia uccidere i propri “infedeli” catturatori. Attaccano spesso le guardie e, quando non possono farlo, tirano loro addosso pallottole fatte di escrementi – che le guardie chiamano “cocktail numero quattro”. E’ proprio in caso di incidenti come questi che le guardie hanno reagito in modi discutibili, per esempio oltraggiando il Corano (il famoso caso di un Corano gettato dentro un gabinetto è a quanto pare avvenuto in un caso di questo tipo). Ma, per timore di un ripetersi degli abusi sui prigionieri verificatisi ad Abu Ghraib, le guardie hanno l’ordine di non rispondere alle provocazioni. “Abbiamo svolto indagini su 15 guardie accusate di abusi – dice un funzionario di Guantanamo – Soltanto in cinque casi vi erano prove concrete, e si sono presi adeguati provvedimenti contro i colpevoli”.
I prigionieri “non-obbedienti” sono detenuti in ali separate del campo ed è garantito per loro soltanto lo stretto necessario, comprese le famigerate tute arancioni. Sono concessi loro soltanto tre periodi di mezz’ora di esercizio fisico alla settimana. Non stupisce che sia proprio in quest’ala che si verifica la maggior parte degli scioperi della fame. Lo scorso anno, nel momento di massima intensità degli scioperi, c’erano oltre cento detenuti che rifiutavano di mangiare. Oggi ne rimangono cinque, e soltanto uno di essi ha continuato a fare sciopero della fame fin da quando la protesta è iniziata, lo scorso agosto.
(segue dalla prima pagina) Il governo americano è stato fortemente criticato dall’Onu e dalle organizzazioni per i diritti umani per essersi arrogato il diritto di nutrire a forza i prigionieri in sciopero della fame. Ma gli ufficiali medici di Guantanamo rifiutano le critiche: “Abbiamo il dovere di trattare queste persone in modo umano e di salvar loro la vita, ed è esattamente ciò che facciamo”. Oltre ai problemi connessi con gli scioperi della fame, nel corso di questi quattro anni il personale medico di Guantanamo ha dovuto affrontare circa trenta tentativi di suicidio.
Per soddisfare le esigenze di supersicurezza imposte dalla necessità di detenere sia i prigionieri “non-obbiedienti” sia quelli in possesso di importanti informazioni, gli americani hanno completato la costruzione di Camp Five, una prigione di massima sicurezza progettata sul modello di un penitenziario federale in Indiana. Vi sono quattro edifici di celle, ognuno con una sala per interrogatori. La prova che, per il prossimo futuro, Washington è determinata a mantenere Guantanamo come propria principale struttura di detenzione nella guerra contro il terrorismo la si può vedere nel fatto che ha appena investito 31 milioni di dollari per la costruzione di una nuova struttura. Malgrado tutte le critiche, Washington non ha alcuna intenzione di rinunciare al diritto di tenere prigionieri nella sua base cubana.
La polemica nasce sul terreno della definizione legale dei detenuti. Per gli americani, i detenuti di Guantanamo sono “nemici combattenti”, guerriglieri fanatici che non appartengono a nessun paese, non indossano alcuna uniforme e non fanno alcuna distinzione tra uccidere soldati o civili nella loro devozione alla guerra contro l’occidente scatenata dal leader di al Qaida, Osama bin Laden. Come tali – sostengono gli americani – non sono coperti dalla Convenzione di Ginevra e non si qualificano come prigionieri di guerra, per quanto il trattamento include buona parte di quanto richiesto dal diritto internazionale. Ma la creazione di una nuova categoria di detenuti catturati sul campo di battaglia è stata aspramente criticata dalle associazioni per i diritti umani e dall’Onu, secondo cui i detenuti, se non sono classificati come prigionieri di guerra, devono essere o accusati di qualcosa oppure rilasciati. Per controbattere queste critiche, le autorità statunitensi, il 27 febbraio, apriranno alcune “commissioni militari” (o corti militari) per processare i detenuti accusati di crimini di guerra. Finora soltanto dieci hanno ricevuto quest’accusa, ed è probabile che solo una piccola percentuale di loro sarà portata davanti alla commissione. “Il problema è trovare le prove per processarli – ha spiegato un ufficiale – Queste persone sono state catturate sul campo di battaglia, e questo non è certo un luogo dove si possono mandare i poliziotti a raccogliere le prove”.
Le autorità americane continuano a valutare i detenuti per stabilire se possano essere rilasciati o no. Ma si trovano di fronte a un problema, perché non possono rilasciare detenuti appartenenti a paesi dove potrebbero essere torturati. In questo momento ci sono circa cento detenuti (compresi alcuni cinesi) che gli americani vorrebbero rilasciare e rimandare nei loro paesi, ma non possono a causa del trattamento che potrebbero subire da parte dei loro governi. Almeno per il prossimo futuro, dovranno restare, insieme con tutti gli altri, a languire nella terra di nessuno di Guantanamo Bay. “Certo, non è la cosa ideale, ma, date le circostanze, riteniamo che sia la soluzione migliore – dichiara un importante funzionario del Pentagono – Se qualcuno ha un’idea migliore, si faccia avanti, siamo pronti ad ascoltarlo”.
Con Coughlin
© Daily Telegraph
(traduzione Aldo Piccato)

Cose che ti sfiorano il cervello e poi qualcun altro dice

Reazioni molto positive per la decisione di tutti i ministeri di alleggerire l’abbigliamento dei propri dipendenti riducendo così l’aria condizionata, i consumi e quindi l’inquinamento. Le nuove regole dell’abbigliamento ministeriale sono: uomini: mutande e canottiera; donne mutandine e reggiseno non obbligatorio. Nei giorni di grande caldo sono benvenuti i nudi integrali. Polemiche in corso.

Gianni Boncompagni

Forse ne ha parlato anche Lerner, ma dovevo essermi accasciato

Mi è cascato l'occhio su questo video di Bill Maher a proposito del famoso (in America) documentario Jesus Camp, e il sospetto ce l'avevo già ma mi sono convinto che in televisione si può parlare anche di cose intelligenti e persino impegnative senza far cascare le palle sotto la seggiola. Le domande sono interessantoi: ha il diritto un buon cristiano di negare la propria fede di fronte a un integralista musulmano che minaccia di fargli saltare la testa? (Sarebbe più politicamente corretto parlare di un generico rappresentante di un'altra religione, ma chi altri mai minaccerebbe di fargli saltare la testa?). Io non lo so. E poi: il credente come vede il non credente? Come uno che non ci arriva? Come uno sfigato a cui non è stata concessa la grazia? E uno che parla con Dio è pazzo? (Qui è come il nonn credente vede il credente). Domande vecchie ma sempre attuali, se capite l'inglese guardate il video e poi ditemi.

martedì 3 luglio 2007

Interpol

E' uscito il terzo album. Recensione tiepida su Ondarock.

domenica 1 luglio 2007

Esistono davvero

Facevano sentire una bella canzone dei Genesis, poi sono tornati in studio e si sono messi a parlarne, ma con un inutilmente pronunciato accento brianzolo. Ma non avevo ancora capito. Poi hanno ricordato che i Genesis si riuniranno per un concerto gratuito a Roma, ma commentando che certamente non ne varrà la pena, "se non altro per il gran casino di gente che ci sarà". Strano commento, mi dico - ma ancora niente. Continuano: "Phil Collins sarà invece in concerto quest'estate, vediamo dove; a Roma...beh a Roma non mi interessa... io andrò a vederlo a Locarno..." e qui il sospetto si fa strada, lancio un'occhiata al display dell'autoradio e, sì, era Radio Padania Libera.