martedì 22 luglio 2008

Rom e Roma

Visto che il titolo viene bene, dico la mia su due questioni, una seria l'altra no.

Impronte digitali ai rom, a tutti, a nessuno. Il problema mi pare malposto se quello di cui si tratta è prendere le impronte a chi richiede il rilascio o il rinnovo di un documento - e l'unica modalità possibile è questa, visto che non credo che verranno mandati i Carabinieri a prenderle porta per porta. Ce l'hanno i rom un documento d'identità? Non mi risulta. Gli immigrati clandestini? Ovviamente no. Hanno intenzione di richiederlo? Manco per niente. E quindi di cosa stiamo parlando? Stiamo filosofando come al solito? Facciamo "della poesia", come diceva l'indimenticato preside de "La scuola"? (Vedi barra video).

Bossi che insulta l'inno...zzz...yt6j9nbù (testa che crolla sulla tastiera ndb). Sono quattro giorni che ci stiamo sorbendo rievocazioni dell'evento, censure, richieste di ulteriori censure, conferme, smentite, il Piave, la Mussolini, il federalismo dell'odio, tutti ad agitarsi, invece di spiegare semplicemente a Bossi che "schiava di Roma" non è la Padania, è la "vittoria", ché tale "Iddio la creò"; nient'altro che una brutta espressione letteraria, dentro un brutto inno, scritto però da uno che è morto per la Patria. Io farei un patto: finché Bossi non decide di fare altrettanto, inni suoi non può proporne e la smette di rompere i maroni.

domenica 20 luglio 2008

Aggiornamento sul Global Warming/5 (mi pare)

Un Luglio freschissimo...


Qui Piero Vietti: "Sul fatto poi che i discorsi sullo scioglimento dell'Antartide siano fatti considerando solo una penisola dove in effetti il ghiaccio diminuisce, senza però citare mai le zone dello stesso continente in cui il ghiaccio sta aumentando, ci sarebbe molto da dire."

giovedì 17 luglio 2008

lunedì 14 luglio 2008

Maschilisti a chi?

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domenica 13 luglio 2008

Gioventù bruciata


Guarda se uno deve arrivare a quasi trent'anni prima di scoprire quanto divinamente deliziose sono le lingue di gatto pucciate nel caffè.

venerdì 11 luglio 2008

Una volta e basta

Visto che ha pubblicato sul Corriere, la prendo un attimo sul serio e dico perché è un'analfabeta della democrazia, megalomane e anche un po' violenta.

Riporto l'intervento, con commenti in grassetto.



Caro Direttore, per tutti quelli scioccati dalla stampa di questi giorni, voglio rassicurare: non siete impazziti e non sono nemmeno impazziti i giornali. La questione è molto semplice, questo sistema fradicio e corrotto vede nell'eliminazione del dissenso l'unica possibilità di salvezza. Scrive Filippo Ceccarelli su Repubblica in relazione al mio intervento a piazza Navona: «Nulla del genere si era mai visto e ascoltato a memoria di osservatore». Questa cosa, Ceccarelli, si chiama libertà. (Non è necessario fare qualcosa di mai visto e mai ascoltato per esercitare la libertà. Questa è, tutt'al più, una forma di libertà. Una libertà di cui tu non hai alcun merito, cara, il merito è dello Stato democratico in cui vivi che ti consente di parlare in piazza). Non hai mai visto una persona che chiama le cose col suo nome, anche quelle di cui tutti convengono sia assolutamente vietato parlare, come l'ingerenza inaccettabile del Vaticano nella vita politica del Paese e nelle vite private dei cittadini italiani (Vietato? Vale il commento di sopra. Scrivi forse da qualche galera adesso?). Caro Ceccarelli, hai fatto un'esperienza straordinaria. Col tempo apprezzerai la fortuna di esserti trovato lì l'8 luglio.

Quello che hanno visto i presenti e gli utenti di internet è una piazza ricolma di gente, che è stata in piedi per tre ore ad ascoltare e ad applaudire entusiasta (E quindi? Succedeva anche in Piazza Venezia negli anni Trenta. A proposito di libertà). Gli interventi più criticati dai media sono quelli che hanno avuto indiscutibilmente più successo. Nel mio intervento, al contrario di quello che tanti bugiardoni hanno scritto, gli applausi più forti sono stati sulle critiche alla politica del Vaticano e le frasi più forti fra quelle sono state applaudite ancora di più. (Populisti su populisti ci erano arrivati ben prima di te). Questa manifestazione è stata il giorno dopo descritta come un fallimento, un errore, un autogol. Stampa e tv hanno tirato fuori il manganello e con i mezzi della diffamazione, della menzogna e dell'insulto stanno cercando di scoraggiare chi ha partecipato, a continuare. (Ah, non è libertà di stampa?) Alcune ovvie piccole verità: — A sinistra si lamentano del fallimento della manifestazione quando l'unico elemento di insuccesso è costituito dai loro stessi interventi. Se non avessero parlato in tanti di insuccesso a dispetto dei fatti, la manifestazione sarebbe stata percepita per quello che è stata: un successone. — Berlusconi e i suoi sono furiosi per quanto è accaduto e il sondaggio che direbbe che Berlusconi ci ha guadagnato lo ha visto solo Berlusconi.
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Quello che dice potrebbe non essere vero. — L'intenzione di espellere Di Pietro era già evidente da parte del Pd e non è per me e Grillo che i due si sono separati. Pare che Veltroni gli preferisca Casini. Non è una battuta. — Le parlamentari che hanno difeso la Carfagna sostenendo che io in quanto donna non posso attaccare un'altra donna, insultando me sono cadute in contraddizione. — Pari opportunità e Carfagna sono due concetti incompatibili come Previti e giustizia. (E' un assioma? Che razza di affermazione è?) — È falso che non si possa criticare il presidente della Repubblica. Si può e ci sono buone ragioni per farlo ad esempio impugnando il parere dei cento costituzionalisti sul Lodo Alfano. — È falso che non si possa criticare e attaccare il Papa. Si può e ci sono buone ragioni per farlo. Ho letto un po' dappertutto che il Papa sarebbe una figura super partes. Super partes non è uno che si schiera con tutte le sue forze su ogni tema, dalla scuola ai candidati alle elezioni, alla moda e alla cucina, con interventi spesso molto al di sotto delle parti, cosa su cui anche la Littizzetto, esimia collega, ha efficacemente ironizzato. (Quanto a Napolitano, per qualche motivo mi fido più di lui che di Sabina Guzzanti come custode della Costituzione. Quanto al Papa. Super partes, pulcina, non vuol dire non schierarsi su niente, vuol dire non prendere posizioni politiche precostituite. Fede non è super partes. Il Manifesto nemmeno. Il Papa sta dalla parte della Chiesa come deve fare. Libertà vuol dire che ha il diritto di farlo, così come lo Stato Italiano ha il diritto di legiferare diversamente e tu quello di contestarlo. Solo che di queste tre libertà ti vanno bene solo le ultime due) — La reazione furibonda di tutto il mondo politico alle parole di alcuni liberi pensatori, dimostra che gli interventi fatti sono stati importanti ed efficaci. La repressione dei media rivela la debolezza politica di una classe dirigente che in entrambi i poli è nata a tavolino. Gli unici elementi che hanno una oggettiva radice popolare e sono rappresentati in Parlamento allo stato attuale, sono Lega e Di Pietro. (...e questo cosa diavolo vuol dire?! Come l'ha misurata l'"oggettiva radice popolare"?!)

E crescono. Berlusconi e Pd calano vertiginosamente. (Boh. Berlusconi ha appena vinto le elezioni) — C'è un partito finto, il Pd, nato senza idee, tranne quella di fondere due partiti per ingrandirsi con lo stesso criterio con cui si accorpano le banche per essere più forti. Questo partito votato controvoglia dalla maggioranza dei suoi elettori si è rivelato fin dai primi passi un soggetto politico artificiale, che somiglia più a un «corpo diplomatico» che altro. Molti dei vip che lo hanno sostenuto ora sono colti da attacchi isterici constatando che non sta in piedi. Dall'altra parte ci sono delle idee che vogliono essere rappresentate e discusse. Idee davvero alternative a quelle del centrodestra. La qual cosa, nel momento in cui si cerca di costruire un'alternativa, ha la sua porca importanza e fa sì che queste idee vengano considerate oggettivamente interessanti dall'opinione pubblica. Per quanto riguarda l'annosa questione: «Può un comico fare politica?», si tratta anche qui di una domanda che non esiste in natura. È ovvio e tutti sanno che chiunque parli a un pubblico fa politica. È ovvio che la politica in una democrazia la fanno tutti. Ma la vera domanda che si pone è: può un comico ottenere molto più consenso politico di un politico? Può il discorso di un comico essere molto più politico di quello di un politico? I fatti dicono di sì e tocca abbozzare. (Quali fatti dicono di sì? Dove sono i tuoi voti?) Potete anche continuare a menare le mani, ma sarebbe meglio fare uno sforzo di comprensione. D'altra parte parlo per me ma credo anche a nome degli altri, le nostre idee sono lì e si possono usare gratuitamente. Approfittatene. (Un'altra volta, grazie)

Sabina Guzzanti
11 luglio 2008


Ecco. Il tutto è di una pochezza tale, stilistica e contenutistica, che avrebbe sfigurato sul giornalino del mio liceo. Però almeno è chiaro dove sta lei e dove sto io.

Thomas Stearns Eliot

Era lui, mi pare di ricordare, l'inventore del correlativo oggettivo.
Quando Nanni Moretti ha commentato che Grillo e la Guzzanti con il loro NoCavDay a Piazza Navona a Roma "hanno sporcato tutto" avevo inizialmente pensato a una considerazione metaforica sull'imbarbarimento del dibattito pubblico; al disappunto di una persona critica sull'operato del governo che vede i suoi argomenti in mano a un branco di giacobini estremisti. Invece no, a quanto pare voleva solo dire che hanno lasciato un porcile. Peccato.
O magari voleva fare un correlativo oggettivo (ecco, trovato).

domenica 6 luglio 2008

venerdì 4 luglio 2008

Gli idioti, passi...

....gli idioti di successo, passi pure. Sono gli idioti che hanno successo grazie ai prodotti del loro intelletto che non vanno giù.

mercoledì 2 luglio 2008

D'annata

A meno che non succeda qualcosa di straordinario nella realtà, il momento più magico di una mia giornata a caso è quando passa, inattesa, la canzone qui a lato nella barra video.

martedì 1 luglio 2008

Sì,...

...questo ha fatto sobbalzare anche me.