sabato 27 febbraio 2010

Io

In questi due anni e mezzo di blog non ho mai dedicato molto spazio a me stesso. Lo faccio ora, in maniera un po' obliqua, dando spazio a chi è stato così buono da dare spazio a me dedicandomi il primo ritratto che abbia mai avuto l'onore di ricevere. Ringraziando, pubblico:

Nel corso della vita ogni tanto ci capita di incontrare delle persone in grado di farci stare bene, persone capaci di trasmetterci -senza nemmeno rendersene conto- un senso di serenità a dispetto dei nostri (e dei loro) problemi.

Lo Scoiattolo è una di queste rarissime persone. Ho parlato spesso di lui all’interno di questo blog, il precedente era addirittura "nato per merito (o demerito che dir si voglia) suo". Nel corso degli anni -a partire dal nostro primo incontro- (fortunato per certi sensi, sfigatissimo per altri) il rapporto che ci lega è progressivamente cambiato, si è lentamente trasformato -almeno da parte mia, per quanto riguarda il "lentamente” intendo- in una sincera amicizia. Per me lo Scoiattolo ora come ora è DAVVERO un punto di riferimento, oltre che un carissimo amico.
Perchè ci sono amici su cui -consapevolmente- non posso contare nel momento del bisogno. Sono amici come gli altri eh, validi ugualmente, anche se in maniera diversa, semplicemente non adatti a sostenermi nei momenti (ultimamente peraltro meno frequenti del solito) di crisi. E del resto anche io ho amicizie diverse che comportano un diverso impegno da parte mia nei loro confronti.

Ma non è questo il caso dello Scoiattolo. Decisamente no.
Lo Scoiattolo è un ragazzo mingherlino ma ben proporzionato, con una massa informe di capelli scuri che ricadono disordinatamente sul viso. Ha un bellissimo naso alla greca, un sorriso ingenuo e lo sguardo proprio di chi ha mantenuto l’innocenza del bambino e -parallelamente- ha sviluppato anche la tristezza dell’adulto. Lo Scoiattolo a prima vista non mostra nulla di speciale -nel senso- non è il prototipo dello strafico (per quanto per me sia sempre buono come il pane appena sformato, come un mojito ghiacciato sulla spiaggia rovente etc etc), non è uno che risulta necessariamente simpatico a pelle e a volte quel suo modo di fare un po’ stralunato lo può far sembrare altezzoso (in realtà magari è pure un po’ timido!)…
Poi ci parli, e quando ci hai parlato per un po’ realizzi che invece SI, è un ragazzo speciale. Speciale in quanto “diverso” (approposito dell’intervento precedente ndr.), in quanto “strano”. In lui si conferma la teoria secondo cui a volte l’essere “altro dagli altri” rappresenta un valore aggiunto e non una sfiga. O meglio, NON SOLO una sfiga ma anche un bonus.
Lo Scoiattolo non è perfetto, anzi, è una persona estremamente “umana”, con pregi e difetti -come tutti del resto-. Da quando ho smesso di idealizzarlo ho imparato -spero- a conoscerlo davvero, anche se un ragazzo come lui è difficile da comprendere del tutto, forse perché nemmeno lui si capisce e conosce completamente. Forse perché è ancora “in divenire”. Eppure sono proprio la sua imperfezione e la sua incompletezza a spingermi a dire che gli voglio bene. Voglio bene alla sua dolcezza (e a volte anche la sua involontaria cattiveria), mi piace il modo con cui guarda e vive le cose nuove, apprezzo la sua maniera di interrogarsi, di pensare. Come farei senza i suoi canonici dieci minuti di ritardo? E senza le sue gaffe a ripetizione? Che mondo sarebbe, poi, senza la sua svampitaggine (è l’unico essere umano in grado di lasciare una borsa nel bel mezzo della stazione centrale MIilano (che conferma ancora una volta il ruolo di città Malefica) ndr.)?
Io ‘sto benedetto Scoiattolo lo sento realmente molto vicino a me e al mio essere insomma!

E quando -solitamente un po’ barcollante- torno a casa dopo una serata "delle nostre", semplice, passata fra alcool e lucky strike (e pazzi che ci molestano, calamitati dal suo charme…), a parlare tranquillamente, senza tediarsi, senza silenzi imbarazzanti… io mi sento bene. Mi sento in pace col mondo, sereno, al mio posto.
Mi metto a letto e dormo il sonno degli Angeli (anche per merito della Santissima Escholzia Californica nb.) pensando che se mai avessi un problema davvero grosso potrei contare su di lui, potrei chiamarlo (e probabilmente il povero Scoiattolo risponderebbe pure, assonnato, con la voce da pornodivo tutta ovattata dal raBBreddore) e lui sarebbe altruisticamente nonchè affidabilmente a disposizione (veeero?!?!). Spero peraltro che sappia che da parte mia vale lo stesso discorso: che se mai avesse bisogno di una mano (oppure -in alternativa- di un altro arto/organo interno, amputato o meno) io sono disponibile con tutte le mie limitate possibilità.

Ti voglio tanto bene Fede



Grazie.

mercoledì 17 febbraio 2010

Ah traduttori...

Dopo cinque anni dalla prima lettura, ho finalmente capito uno scambio di battute del romanzo "La versione di Barney" - che consiglio a tutti caldamente - che avrebbe avuto serio bisogno di una n.d.t.

Arnie è il contabile del protagonista, Barney, e gli sta chiedendo da tempo di licenziare il collega Hugh che lo sta tormentando con brutti tiri di ogni genere. Barney finalmente si decide a farlo:

"Tienti forte, Arnie. Sto per licenziare Hugh".
"Ma tienti forte tu!" urlò sputacchiando, e saltò su dalla sedia. "Quello che se ne va sono io!"

Segue acceso diverbio, nel quale Arnie accusa Barney di sbattersi sua moglie. Ma è chiaro che, così com'è, non si vede il senso della reazione di Arnie. Finché non si pensa a come può presentarsi la cosa nella versione originale, nella quale "Hugh", che si pronuncia /hiu:/, può far confondere la frase "I'm going to fire Hugh" con "I'm going to fire YOU". E tutto diventa chiaro.

giovedì 11 febbraio 2010

Il genio che non si mette in mostra

Le fessure in fondo al sacco del piumino che consentono di aggiustare gli angoli? Ne vogliamo parlare?

giovedì 4 febbraio 2010

A la gare comme à la gare

Oggi sono stato alla stazione ferroviaria della mia città per richiedere il rimborso di un biglietto pagato 22 euro di un Eurostar per Milano, arrivato con un'ora e qualcosa di ritardo il 29 dicembre scorso. Naturalmente non l'ho ottenuto. Naturalmente il motivo non si sa. Lo dice il computer. Computer says no, per chi vedeva Little Britain, solo che in Italia succede davvero, non è una fiction. Naturalmente in un Paese civile uno che prende un Eurostar che fa un'ora di ritardo dovrebbe trovare un dipendente delle Ferrovie che distribuisce bonus sul binario alla discesa.
Aggiungerei questa domanda: mentre attendevo ragguagli su questa penosa vicenda che si trascina da un mese, guardavo i tabelloni delle partenze e degli arrivi, che sono un capolavoro di tragicomicità: La SpeziWCke, Mi2ano, Rfccy (Recco), e via farfugliando. E' possibile che non si riescano nemmeno a scrivere i nomi delle destinazioni? Faranno i pannelli elettronici. Ma qui c'è uno, o una, o meglio molti incapaci/fannulloni che manovrano quei sistemi di display, e che vanno presi e mandati a casa, qualunque tecnologia si voglia adottare in futuro. I trasporti sono l'ossatura di un Paese, e un Paese che non ne rispetta finanche l'apparenza fa davvero cascare le braccia.