domenica 3 giugno 2007
Ai confini della realtà
Dunque, secondo le cronache il direttore di "Liberazione" ha scritto un articolo criticando il regime castrista e concludendo che non è un buon modello per una moderna forza di sinistra. Alla lettura del rovente pezzo, dentro Rifondazione è scoppiato un pandemonio, qualcuno si è chiesto "quale organo del mio partito ha consentito una campagna di stampa contro Cuba" (lasciando capire, per inciso, a quale modello di giornalismo siano abituati a "Liberazione" ) e l'ambasciatore cubano ha convocato il giornalista - ripeto: l'ambasciatore cubano ha convocato il giornalista - "per una franca chiacchierata". Tutto questo per avere detto cose ovvie, che tutto il resto del mondo sa tranne loro che, a differenza dei protagonisti di Goodbye Lenin, non hanno nemmeno l'alibi di una nonna appena risvegliata dal coma da proteggere. 25 anni dopo lo strappo, 18 dopo il crollo, il comunismo continua a dimenarsi e a produrre dissidenti con infaticabile entusiasmo. Meglio di Beautiful.
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