mercoledì 29 aprile 2009

E aumenta la voglia di sì al referendum sulla soglia

Ieri si è rivisto Diliberto, in televisione. Le sue ricette sono una delle certezze della vita, sempre loro, lucenti di quella perfezione delle cose mai usate perché inservibili. Ha scoperto che ci sono dei manager che guadagnano troppo e dei poveretti che guadagnano troppo poco. "Devo dire altro?," lasciava intendere. Nessuno in studio si è abbassato a rispondergli, per esempio a chiedergli quanti soldi pensava che sarebbero entrati nelle tasche dei 7 milioni di poveri attingendo agli stipendi dei manager. 10 euro a testa all'anno, 20? Forse già esagero. E forse non è importante, perché vale sempre anche per Diliberto ciò che disse Margaret Thatcher a quel deputato laburista: "Lei preferirebbe che i poveri fossero più poveri, purché lo fossero anche i ricchi".

martedì 21 aprile 2009

Un'ipotesi devi averla

Da tre mesi a questa parte il mio stimato Christian Rocca spende metà dei suoi interventi a dimostrare che Obama è un fanfarone sinistroide e l'altra metà a proporre come conferma della validità della presidenza di Bush ogni provvedimento o dichiarazione di Obama che sia in continuità con essa. Come la pensa lui è chiaro, come dovremmo convincercene noi un po' meno.

martedì 7 aprile 2009

(Non) riceviamo e pubblichiamo

Coi miei complimenti all'autore, piemontese, che l'ha inviata oggi al Foglio. Coglie l'angoscia che questa terra mette anche a me.

Genova, dicevo, è un’idea come un’altra

I finestrini del treno irrimediabilmente sporchi, d’una opacità che è memoria. Nubi prosperosamente cattive danno le spalle, concedono strappi d’azzurro per distrazione e malagrazia, e veli di luce lontano, due dita sopra la riga di fondo. Il cielo grigio si specchia su una mare metallico, enigmatico, piatto.

Una nave grande, solida, nera di silhouette, sta prendendo il largo con velocità immobile. La segue una chiazza di luce incongua, violenta. Forse è addirittura una qualità diversa dell’acqua.

Tutto arriva tra i singhiozzi bui delle gallerie, tra queste case strette ammonticchiate che guardano una pianura infinita che non si può coltivare, su cui non si può costruire, che si può usare solo per partire, e l’aspro, ripido, ostile scivolo delle montagne, che a malapena concede di abbarbicare.


Stefano Mola, Piossasco

Dal Vesuvio a L'Aquila

A queste piagge

Venga colui che d'esaltar con lode

Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto

È il gener nostro in cura

All'amante natura. E la possanza

Qui con giusta misura

Anco estimar potrà dell'uman seme,

Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,

Con lieve moto in un momento annulla

In parte, e può con moti

Poco men lievi ancor subitamente

Annichilare in tutto.





da La Ginestra di Giacomo Leopardi

giovedì 2 aprile 2009

Cahier de doléances

Stasera un po' di motivi per essere triste: la camera della Ale svuotata del suo casino e piena delle borse non sue; un mio conoscente che prima di chiedermi un favore mi ricorda che gli devo dieci euro in modo da affondare la richiesta nel senso di colpa; ho perso un portafogli vuoto, ma il mancato danno economico mi ha fatto concentrare meglio su tutte le altre cose, mie, che passavano tutti i giorni con me, e che una sporca manaccia ladra per cui non significano niente avrà arraffato, non trovandoci altro che un carnet di biglietti amt usati, e questo è l'unica nota godereccia della giornata. So che non mi laureerò mai e che sto solo facendo finta di farlo in attesa che succeda qualcosa che mi salvi.

Breaking bad #2

E' tornato Walter. Era stato stoppato al settimo episodio lo scorso anno dallo sciopero degli sceneggiatori, ma sono finalmente disponibili quattro nuovi succosi episodi da scaricare. E' il telefilm da vedere. Mi pare abbiano cominciato a trasmettere la prima stagione anche in italiano, forse su qualche satellitare. Walter è un prof. di chimica, che scopre di essere condannato a morire nel giro di qualche mese per un cancro ai polmoni (cosa che tra l'altro risolve in partenza il problema di come chiudere la serie). Avendo però moglie e figlio, comincia a preoccuparsi di reperire dei soldi per il dopo-Walter, e la soluzione più redditizia è questa: mettere a frutto le sue conoscenze chimiche - ben ben superiori, mi permetto di azzardare, a quelle della media dei suoi colleghi - per produrre delle metamfetamine, da smerciare poi con l'aiuto di un suo ex-studente non-modello che ha qualche contatto nel mondo dello spaccio. Naturalmente è un mondo frequentato più male che bene, e cominciano i casini. Non siamo lontani dalla frontiera messicana; non è un Paese per vecchi.