mercoledì 30 maggio 2007

Severgnini peggiora

Oggi uno sventurato lettore gli ha chiesto se era più riprovevole lo striscione del Milan contro l'Inter o i canti dei giocatori interisti contro la Juve. Domanda di quelle scottanti, come si capisce. Comunque, si potevano rispondere tante cose. E invece no, lui ha risposto così:

Il commento migliore l'ha fatto Peppino Prisco quando, durante l'ultima "intervista impossibile", gli ho raccontato l'episodio: "La classe non è acqua"

Bene, l'"intervista impossibile" è una finzione letteraria dell'oco giulivo stesso, che se la scrive, se la cita, non sazio la ripubblica nella risposta sottostante, e ancora non può proprio trattenersi dal dover riconoscere che il commento migliore stava proprio lì.

Qui un po' di gente, sottoscritto compreso, si è divertita a prendere per il culo lui e i suoi seguaci, i saluti dalla Finlandia, i baci da Scottsdale.

martedì 29 maggio 2007

Poca cultura

Se volete capire come deve pensare la sinistra se vuole sparire anche nel ricordo dal Nord dell'Italia, leggete il secondo articolo dall'alto su Repubblica di oggi, dal quale verrebbe quasi da credere che sotto esame non ci fossero i candidati, ma gli elettori.

Prodi è sofisticato, la sinistra è generosa, Veltroni tiene conferenze sullo spirito di servizio, gli altri sono razzisti e buzzurri, e se gli elettori non lo capiscono bisognerà concludere che sono un po' così anche loro; che ci può fare uno?

domenica 27 maggio 2007

Quando non avevo il blog/1

Caro Severgnini,
mi scusi, ma non capisco le sue ansie sulla diffusione della lingua italiana, il suo programma espansionistico articolato in punti, questo gollismo linguistico che, tra l'altro, proprio lei aveva rimproverato, secondo me giustamente, ai francesi, in occasione dei loro ridicoli "convegni internazionali sulla francofonia". E la solidarieta' nazionale, e "militarizzare" gli emigrati, i cervelli in fuga e gli istituti di cultura, e combattere i termini inglesi anche quando sono ormai in uso e molto piu' pratici dei nostri (tipo standing ovation: ovazione in piedi? bah...). Oltretutto nel caso dei francesi la cosa, seppure nei suoi aspetti folcloristici, ha un senso, perche' il francese ha un passato di lingua di comunicazione globale che vede erodersi, perche' e' ancora lingua parlata in Canada, in gran parte dell'Africa, oltre che la seconda lingua degli anglofoni, quando ne hanno una. Lo spagnolo ha un serbatoio d'utilizzo grande quasi quanto l'inglese, almeno come prima lingua. Questa lotta per l'affermazione dell'italiano mi sembra un po' uno svago senza molte possibilita' di riuscita, specialmente nel momento in cui l'Italia e' in crisi e in regresso sul piano internazionale dal punto di vista dell'economia, della concorrenza, della penetrazione sui mercati, delle quote di turismo estero, dei trasporti, etc... Sono questi i punti su cui bisogna "unirsi e lottare" - e ovviamente non chiedo a lei di farlo - e allora vedra' che l'interesse per la lingua di un Paese dinamico, competitivo, "attraente" per le persone e per i capitali, crescera' da solo senza bisogno di affannarsi a promuoverla. Se invece il suo piano e' di innestare il processo contrario, dall'espansione dell'italiano a quella dell'Italia, e' lodevole ma - temo - perso in partenza. Il successo di una lingua di solito e' prima di tutto conseguenza delle imprese di quelli che la parlano. E le nostre imprese - nei due sensi del termine - al momento languono.

Federico Bonino, federicobonino@hotmail.com

pubblicato sulla rubrica "Italians" del sito internet www.corriere.it del 12/03/2005 .

Voglio un loft

Qui, per chi non l'ha ancora ascoltata, il video di "Milano is burning", che prende in giro la modaiola milanese tipo ma con simpatia, perché sarà proprio la suddetta modaiola a ballarla, al Rocket, al Plastic e al Gasoline.

venerdì 11 maggio 2007

Leggi, Ségo, leggi

Ottimo resoconto, su "Le Monde", dei 10 anni di Tony Blair e Gordon Brown:


(in francese)

mercoledì 9 maggio 2007

No cagaràn

Oggi in Via Argentina, a Pegli, nel ponente di Genova, una bella strada percorsa da alberi d'arancio, si poteva leggere, appiccicato sui muri in molte copie, un biglietto il cui contenuto era pressapoco questo : "Gli sporcaccioni che lasciano defecare i loro cani sul marciapiede sono pregati di lasciare il loro indirizzo in modo che gli escrementi possano essergli recapitati a casa". Questa piccola rivolta civile mi ha riempito di soddisfazione, essendomi chiesto molte volte perché quelli che vivono in una strada non siano i primi nemici del degrado e del pattume, non siano quelli che si ribellano ai cinofili incivili, ai graffitari, ai marciapiedi cannibalizzati dalle macchine e disseminati di crateri lunari, perché nessuno si renda conto che la bellezza di una città dipende tanto da quello che c'è dove si cammina quanto da chiese, monumenti e quant'altro si vede quando si guarda per aria. Forse, mi sono detto sorpreso, è l'inizio di un declino del menefreghismo per gli spazi pubblici che fa da contraltare al culto narcisista di quelli privati. E entrando nella scuola dove dò ripetizioni di matematica ho detto alla direttrice, Dolores, che mi sembrava ora che qualcuno desse un segnale di intransigenza. Mi ha risposto: "Sono io che ho messo i cartelli". Fine della sorpresa, fine dell'entusiasmo.

La signora è spagnola.

Yawn

Hanno già iniziato i nostri insulsi inviati in America a spargere inchiostro sul fatto che Bush stava per dire 1776 invece che 1976? Certo che sì, e sono tediosi ancora prima di leggerli.

Certo che a Prodi, o qulasiasi altro statista italiano, non sarebbe mai successo, essendo la nostra memoria storica mai più profonda degli ultimi 5-10 anni di rancori personali e recriminazioni del politicante di turno. Quando il passato c'è, è pure possibile che esca di bocca per sbaglio.

martedì 8 maggio 2007

Pensavamo di andare anche io e il mio cane, in fondo ci vogliamo bene

Il family day è una stronzata. Se ci vanno le associazioni gay, è una stronzata doppia. E credo che sia quello che pensa anche la Bindi, anche se non può dirlo così.

domenica 6 maggio 2007

L'erba del cugino

Oggi la Francia vota. Constatiamo con tutta l'invidia del caso non tanto la domanda di cambiamento, che poteva esserci anche da noi l'anno scorso, ma l'offerta di cambiamento, di cui non si vedeva e non si vede l'ombra a Roma nonostante il frenetico cambio di contenitori. La grandezza di Sarkozy è apparire - e, in fin dei conti, essere - la vera promessa di novità di quest'elezione, nonostante all'opposizione ci sia la sinistra e lui sia stato ministro dell'interno per cinque anni. I francesi sono stufi dell'ammuffita retorica chiracchiana, del conservatorismo statalista, dell'inconcludente antiatlantismo tardogollista, ma hanno la motivata impressione che con Ségolène Royal passerebbero a un'altrettanto ammuffita retorica pauperista ("Je n'aime pas les riches", François Hollande in Royal), a un socialismo statalista, a un altrettanto inconcludente e ancora più fastidioso antiatlantismo pacifista-parolaio. Per Sarkozy, Dio lo benedica, la politica non consiste nella "fermessa" dell'ascoltare tutti per non fare niente, o nell'enunciazione del breviario del piccolo pluralista, ma nell'individuare i problemi e cercare di agire per risolverli. Per questo lo chiameranno fascista, quelli che un fascista vero una volta se lo meriterebbero - oh, quanto.

Non siamo nostalgici

Spulciavo or ora una cronologia della storia del rock su un sito internet. Prendendo a caso, questo è il resoconto del 1973:

  • Il glam contagia anche Lou Reed, che pubblica "Transformer"
  • Allman Brothers Band, Grateful Dead e Band suonano dal vivo a Watkins Glen. Il pubblico è composto da seicentomila spettatori
  • Esordio di Tom Waits con "Closing Time"
  • Bob Dylan pubblica "Knocking On Heaven's Door"
  • Esce "Tubular Bells" di Mike Oldfield, opera rock ispirata al "Bolero" di Ravel
  • Graham Parsons muore a 26 anni
  • Muore Barry Oakley degli Allman Brothers
  • I Genesis pubblicano "Selling England By The Pound"
  • I Neu! pubblicano "Neu! 2", uno dei capolavori del kraut-rock
  • I Faust pubblicano "Faust IV", disco-pioniere della new wave
  • Il film "American Graffiti" di George Lucas lancia il revival musicale anni 50 e 60
  • Debutto dei Queen
  • Debutto di Bruce Springsteen

Sempre a caso, tra gli anni più recenti, questo è il 2001:

  • Muore John Fahey
  • Muore Joey Ramone, leader dei Ramones
  • Napster viene condannato per violazione delle leggi sul copyright
  • Si ricostituiscono i Roxy Music
  • I Radiohead pubblicano il capolavoro "Amnesiac"
  • Muore George Harrison, chitarrista dei Beatles
  • Muore Florian Fricke, leader dei Popol Vuh
  • Muore Michael Karoli, violinista e cantante dei Can

Notate differenze?

Premesso che è più facile e meno controverso stabilire gli eventi fondamentali del passato che quelli del presente, in musica e non, si può immaginare che nel 2001 sia successo qualcos'altro oltre che l'uscita di Amnesiac e una morìa di musicisti in qualche caso cotti da più di vent'anni. Non so, ad esempio è uscito il primo disco di Antony and the Johnsons; o Gold di Ryan Adams; o Melody A.M. dei Royksopp, o in Italia il "Sussidiario" dei Baustelle. Andrà a gusti. Ma sarà comunque meno deprimente di una lista di deceduti.

La gerontofilia musicale che dilaga (in Italia) è probabilmente una delle sfaccettature di un generalizzato passatismo molto in voga (sempre in Italia), ma coinvolge anche un altro aspetto alquanto deprimente della nostra generazione, e cioè il complesso d'inferiorità culturale nei confronti delle generazioni precedenti, spesso con l'incoraggiamento di queste ultime che non chiedono di meglio che favoleggiare sulla loro gioventù, su come si contestava allora, come ci si divertiva allora, come si ascoltava musica allora, e che bello che bello. Come è giusto e comprensibile che sia, perché loro almeno a un certo punto nel loro presente ci hanno vissuto.

Il fatto che poi da un bel po' ormai i centri di produzione e diffusione della cultura, nella fattispecie musicale, siano così potentemente concentrati nel mondo anglosassone fa sì che in America, in Inghilterra, si possa avere accesso molto più facile e diretto a quello che viene prodotto, senza le mediazioni di cui dobbiamo dotarci noi e che spesso affidiamo ancora a quelli a cui le affidavamo trenta o quarant'anni fa, anche perché in Italia la passione per il posto fisso abbraccia ogni arte e mestiere. Banalmente detto, capire l'inglese è di più di quello che pensiamo di solito, è condividere il clima di una fetta cruciale della cultura contemporanea , sviluppare un interesse personale e una possibilità d'accesso un po' meno mediato, sentire le voci degli attori e non dei doppiatori, provare il brivido di ascoltare il disco di qualcuno che non abbiamo mai sentito nominare, non sapere se ci piacerà o ci farà schifo visto che non ci sono trent'anni di letteratura a recensirlo, sapere che ha iniziato a strimpellare la chitarra più o meno insieme a noi, ricevere insomma una piacevole sensazione di autenticità, nonché poter dire senza sentirsi in colpa che io per esempio adoro gli Who, David Bowie, I Velvet Underground, però dopo un po' che ascolto i Led Zeppelin mi rompo le palle.

sabato 5 maggio 2007

Via

Ciao a tutti. Comincio oggi a curare il mio blog. Mi chiamo Federico e studio fisica a Genova.
Non amo particolarmente né la fisica né Genova, ma da un certo punto di vista considero questo un bene perché mantiene vivi in me molti interessi per altre aree della cultura e dell'esperienza umana e la curiosità di viaggiare e conoscere persone e posti nuovi. Forse più che se fossi beatamente soddisfatto della mia nicchia . L'insoddisfazione è la chiave per contrastare il provincialismo e la pigrizia intellettuale. Augh...

Qui troverete - a grandi linee - resoconti di viaggi, consigli musicali o di lettura, considerazioni di attualità, impopolari opinioni politiche, a volte - poche - considerazioni esistenziali o intime, ma solo quando avranno a mio giudizio un valore più ampio di quello dello sfogo e della sega mentale finto-profonda e finto-criptica.

A volte, quando parlerò di argomenti di interesse globale cercherò di tradurre in tutte le lingue che so, cioè inglese e francese. Non garantisco che ne avrò sempre voglia
però...;)