giovedì 8 ottobre 2009

Domanda

Premessa: ieri sera ho casualmente seguito in diretta l'intervento telefonico di Berlusconi a Porta a Porta e non ho creduto alle mie orecchie sentendo il Presidente del Consiglio accusare il Presidente della Repubblica di non avere fatto pressioni sulla Corte Costituzionale affinché dichiarasse legittimo il Lodo Alfano. Rosy Bindi, che si stava limitando a dire che quello che diceva Berlusconi era "gravissimo", quando avrebbe potuto definirlo con più esattezza e interpretando il sentimento di chiunque abbia un minimo di cultura democratica "roba da ubriachi" o simili, si è sentita rispondere che è "più bella che intelligente".
Ricordo tutto questo per chiarire che non ho nessun motivo di argomentare a favore di un tale figuro. E tuttavia il giudizio della Corte mi lascia un po' perplesso, laddove spiega che il famoso Lodo avrebbe dovuto essere introdotto tramite legge costituzionale, in quanto contrasta con l'articolo 3 della Costituzione, meglio noto come principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Che assurdità è questa? Tutti sanno che i primi dodici articoli della Costituzione sono dei pilastri praticamente immutabili, a meno di rivolgimenti radicali dell'assetto istituzionale dell'Italia (tant'è vero che non sono mai stati modificati)? Chi mai potrebbe pensare di modificare il principio di uguaglianza, cardine storico di tutte le democrazie - comprese quelle in cui sono in vigore principi di immunità per le alte cariche dello Stato - senza sollevare un pandemonio? E soprattutto, se quanto dice la Corte ha senso, l'articolo 68 - che nella sua forma originaria recitava quanto segue:

«I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e per i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura.
Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile.»


- come ha fatto a convivere con il suddetto articolo 3 nella Costituzione italiana in questa forma fino al 1993?

Chi me lo spiega?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Forse non è così facilmente interpretabile la frase "colto nell'atto di commettere un delitto". Magari un'intercettazione telefonica può valere quanto una confessione di colpevolezza, benchè non sia propriamente "colto nell'atto".Immagino che Silvio non corrompa la gente mentre è al telefono...al massimo fa loro segno di aspettare la fine della telefonata, come alla Merkel