lunedì 13 ottobre 2008

Giornali, specchio dei tempi



-I frati gaudenti… il nome anticipa già un po’ le loro attività (Ita)
-Beatrice vuol dire portatrice di piacere, di godimento.. (e guardando una compagna di classe di nome Beatrice)..
poi vedine tu le modalità!!! (ita)
- Pietro e Alessandro Verri hanno scritto molto invece Giovanni occupava il suo tempo con un’altra attivita…
(ita)
-C’è un detto ragazzi che dice che quando Beccaria disse a sua figlia Giulia “Fatti una famiglia”.. lei colse alla
lettera questa frase.. infatti si è fatta proprio tutti i fratelli Verri (ita)
- Quando Flaubert diceva nel suo libro “Madame Bovary c’est moi” non voleva dire che di notte per le strade
faceva il travestito… (ita)



Quanto avete appena letto è un estratto dalla mitica rubrica "Disse la vacca al mulo" del Dràgut, il giornalino del Liceo D'Oria alla cui nascita partecipai nel lontano 1996, contribuendo con entusiasmo alla raccolta di castronerie dei professori; che però, se ricordo bene, allora erano tali, o al più doppi sensi maldestri (ad esempio, argomento Dialoghi socratici, "e questa è una delle cose che Platone ha messo in bocca a Socrate"), e non invece voluti ammiccamenti a sfondo sessuale, che trovo, più che leggermente fuori luogo, dei patetici espedienti di guadagnarsi la simpatia della classe, certamente più comodo che imporre una disciplina. Sono a rischio moralismo, mi rendo conto. Lo spirito stesso della rassegna è sempre stato quello di deridere senza stigmatizzare gli svarioni che escono di bocca a chiunque. Il fatto è che dodici anni dopo quelli che erano stati designati come le vittime sembrano fare a gara per ottenere una citazione. Per riassumere, a prendersi gioco dell'autorità c'è gusto finché l'autorità c'è. L'egualitarismo è palloso. Via, l'ho detto. Cosa? Sì, ero già reazionario quando ero al Dràgut.

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