giovedì 4 febbraio 2010

A la gare comme à la gare

Oggi sono stato alla stazione ferroviaria della mia città per richiedere il rimborso di un biglietto pagato 22 euro di un Eurostar per Milano, arrivato con un'ora e qualcosa di ritardo il 29 dicembre scorso. Naturalmente non l'ho ottenuto. Naturalmente il motivo non si sa. Lo dice il computer. Computer says no, per chi vedeva Little Britain, solo che in Italia succede davvero, non è una fiction. Naturalmente in un Paese civile uno che prende un Eurostar che fa un'ora di ritardo dovrebbe trovare un dipendente delle Ferrovie che distribuisce bonus sul binario alla discesa.
Aggiungerei questa domanda: mentre attendevo ragguagli su questa penosa vicenda che si trascina da un mese, guardavo i tabelloni delle partenze e degli arrivi, che sono un capolavoro di tragicomicità: La SpeziWCke, Mi2ano, Rfccy (Recco), e via farfugliando. E' possibile che non si riescano nemmeno a scrivere i nomi delle destinazioni? Faranno i pannelli elettronici. Ma qui c'è uno, o una, o meglio molti incapaci/fannulloni che manovrano quei sistemi di display, e che vanno presi e mandati a casa, qualunque tecnologia si voglia adottare in futuro. I trasporti sono l'ossatura di un Paese, e un Paese che non ne rispetta finanche l'apparenza fa davvero cascare le braccia.

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