mercoledì 9 maggio 2007

No cagaràn

Oggi in Via Argentina, a Pegli, nel ponente di Genova, una bella strada percorsa da alberi d'arancio, si poteva leggere, appiccicato sui muri in molte copie, un biglietto il cui contenuto era pressapoco questo : "Gli sporcaccioni che lasciano defecare i loro cani sul marciapiede sono pregati di lasciare il loro indirizzo in modo che gli escrementi possano essergli recapitati a casa". Questa piccola rivolta civile mi ha riempito di soddisfazione, essendomi chiesto molte volte perché quelli che vivono in una strada non siano i primi nemici del degrado e del pattume, non siano quelli che si ribellano ai cinofili incivili, ai graffitari, ai marciapiedi cannibalizzati dalle macchine e disseminati di crateri lunari, perché nessuno si renda conto che la bellezza di una città dipende tanto da quello che c'è dove si cammina quanto da chiese, monumenti e quant'altro si vede quando si guarda per aria. Forse, mi sono detto sorpreso, è l'inizio di un declino del menefreghismo per gli spazi pubblici che fa da contraltare al culto narcisista di quelli privati. E entrando nella scuola dove dò ripetizioni di matematica ho detto alla direttrice, Dolores, che mi sembrava ora che qualcuno desse un segnale di intransigenza. Mi ha risposto: "Sono io che ho messo i cartelli". Fine della sorpresa, fine dell'entusiasmo.

La signora è spagnola.

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