lunedì 11 giugno 2007

Nadal mas

Dicono che Prokofiev non fosse un grande interprete delle sue opere. Lo stesso si può dire forse per Federer e le sue partite. Niente da dire sul valore e l'abnegazione della sua prestazione in finale, giocata con disagio ma la solita grandissima classe sulla superficie per lui più difficile contro il tennista da rosso più forte che si sia visto negli ultimi vent'anni almeno. E niente da dire sul fatto che non abbia seguito la mia tattica . Ma quando trasformi 1 palla break su 17 non puoi raccontarci, e raccontarti, che il match si è giocato sul piano fisico e non su quello mentale. Federer ha definitivamente un problema di fiducia contro Nadal, Nadal è l'unico contro cui Federer sembra di nuovo quello del pre-2003, quello che tecnicamente era già agli occhi di tutti il miglior tennista del mondo ma a cui mancava quello che chiamano il killer instinct. Oggi, con dieci titoli Slam sul petto, è il maestro dei punti decisivi, salvo che contro Rafa, che lo mette in difficoltà più di quanto il suo tennis gli consentirebbe di fare. Su cemento e prati Roger è ancora Guglielmo Tell, e le difficoltà si traducono magari nel vincere in 4 anziché in 3 set, ma a Parigi continuano a tenerlo, l'anno scorso come quest'anno, una partita lontano dalla Coppa dei Moschettieri, l'unico Grand Slam che gli sfugge. E questo non è solo un male perché, come ha detto lui, è quello che ancora mantiene viva in lui la voglia di giocare a tennis. Arrivederci a Wimbledon.

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