giovedì 7 giugno 2007

Sergio Romano demolisce un altro mito antiamericano

Poi per il quattro luglio resto a secco....



Mentre i dittatori di sinistra hanno programmi fortemente ideologici e si propongono di rinnovare dalle fondamenta l'uomo e la società, quelli di destra difendono generalmente valori tradizionali fra i quali, in particolare, il diritto di proprietà. I fattori che maggiormente permisero a Pinochet la conquista del potere non furono l'appoggio degli Stati Uniti, le simpatie della Chiesa, le trame di Kissinger e i supposti finanziamenti della Cia, ma le paure che la politica di Salvador Allende aveva scatenato nella società cilena. Dopo l'elezione alla presidenza nel 1970, Allende si era progressivamente spostato sulle posizioni massimaliste dell'estrema sinistra. Quando gli fece visita nel 1971, Régis Debray (amico e compagno di Che Guevara in Bolivia) gli chiese: «È il proletariato che riuscirà a imporsi alla borghesia, o è la borghesia che riassorbirà gradualmente il proletariato sino a integrarlo nel suo mondo?». Allende non ebbe esitazioni: «la risposta è brevissima: il proletariato». E aggiunse nella stessa conversazione che aveva creato una guardia politica personale: «Ho fatto appello a un gruppo di compagni perché non potevo fidarmi della polizia politica della borghesia». Ma il segnale più chiaro fu la visita di Castro a Santiago. In quella occasione Fidel gli dette un dono simbolico: il mitra che Allende porterà a tracolla il giorno del golpe e con il quale, secondo la testimonianza del suo medico personale, si sarebbe tolto la vita. La politica economica di Allende fu altrettanto ideologica: aumentò il salario minimo del 66,7%, lanciò una vasta campagna di nazionalizzazioni, decise che le grandi multinazionali americane non avrebbero avuto diritto ad alcun indennizzo. I risultati furono disastrosi: la produzione agricola diminuì del 16,8% e il tasso di crescita per il 1973 era, al momento del golpe, negativo (-5%). Dopo l'installazione del regime autoritario di Pinochet la situazione cominciò a migliorare. Secondo un grafico pubblicato dal Financial Times del 13 dicembre il prodotto lordo pro capite del Cile fu complessivamente negli ultimi 30 anni, in rapporto agli Usa, alquanto migliore di quelli dell'Argentina, del Messico e del Brasile. Fu lo sviluppo economico del Paese, in ultima analisi, la ragione della sconfitta di Pinochet nel referendum del 1988. Una società economicamente libera e intraprendente conserva in se stessa, anche durante le fasi autoritarie, principi e germi di libertà che riemergono non appena possibile alla superficie. Non è possibile dire altrettanto di Cuba dove è difficile immaginare una tranquilla transizione alla democrazia.

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